Sappiamo quanto sia fastidioso essere interrotti mentre si fa o si segue un discorso. Che sia un rumore o un’altra persona che lo fa, è sempre oggettivamente irritante.
Quindi come la mettiamo con la pubblicità televisiva? Proviamo a riflettere, come qui invito sempre a fare, su quante ricerche, sondaggi e tentativi creativi si facciano costantemente fra addetti ai lavori con l’obiettivo di migliorare l’efficienza degli investimenti pubblicitari. Ma non si mette mai davvero mano al “modello lego” con cui si ordinano e distribuiscono i mattoncini da 30 secondi (prevalentemente) nell’arco delle 24 ore di programmazione. Incontri, riunioni, convegni, raccolta di risultati…
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Confusione di sentimenti
Sarà il clima, ma la confusione dilaga nel mestiere dei creativi dell’ADV. E sospetto che anche quando il clima cambierà non sarà molto diverso. Una confusione colpevole, immensa ed evidente è nelle parole e nei messaggi che i moderni creativi utilizzano sempre più spesso nelle campagne profumatamente pagate dai loro committenti. Messaggi e parole che meriterebbero tutt’altra attenzione, contesto e delicatezza, vengono buttati lì e giustificati o spacciati per iperboli, ironia e metafore che alla fine assumono significati ridicoli, insulsi, stupidi, fuori luogo e tutt’altro che ironici, diventando offensivi per l’intelligenza dello spettatore. Continue Reading →
La strategia del bene comune
Perché una rubrica per parlare di etica in comunicazione?
Potrei rispondere che è proprio perché molti si chiedono a che pro si dovrebbe introdurla fra le competenze professionali messe al servizio dei clienti e addirittura si interrogano su cosa c’entri l’etica con le imprese e la comunicazione. Già questo basterebbe per stabilirne l’urgenza. Ma l’argomento merita approfondimenti e costanti riflessioni, soprattutto nel comparto della comunicazione commerciale e informativa. In questa rubrica, proverò a convincere gli scettici.
Il pensiero etico in comunicazione va prima capito, assorbito e poi applicato perché riduce gli sprechi, migliora l’utilizzo dell’intelligenza disponibile e aumenta l’efficacia delle azioni promosse. Induce nuove forme di approccio creativo per il fatto stesso di costringere a una costante verifica di correttezza del proprio percorso. Cambia i paradigmi di riferimento. Induce comportamenti corretti, responsabili e attenti “all’altro” che sono grandi portatori sani di vari benefici: benefici reciproci (i famosi win-win), benefici a lungo termine (la fidelizzazione) e benefici costruttivi, capaci cioè di edificare solide basi su cui costruire un percorso di crescita.
“Sustainable Development Goals “ – I diciassette obiettivi per lo sviluppo sostenibile
A Rio, gli Stati membri hanno deciso di avviare un processo per sviluppare una serie di obiettivi di sviluppo sostenibile, ed hanno anche adottato linee guida innovative sulle politiche di green economy.
Sustainable Development Goals
Goal 1 | End poverty in all its forms everywhere |
Goal 2 | End hunger, achieve food security and improved nutrition and promote sustainable agriculture |
Goal 3 | Ensure healthy lives and promote well-being for all at all ages |
Goal 4 | Ensure inclusive and equitable quality education and promote lifelong learning opportunities for all |
Goal 5 | Achieve gender equality and empower all women and girls |
Goal 6 | Ensure availability and sustainable management of water and sanitation for all |
Goal 7 | Ensure access to affordable, reliable, sustainable and modern energy for all |
Goal 8 | Promote sustained, inclusive and sustainable economic growth, full and productive employment and decent work for all |
Goal 9 | Build resilient infrastructure, promote inclusive and sustainable industrialization and foster innovation |
Goal10 | Reduce inequality within and among countries |
Goal 11 | Make cities and human settlements inclusive, safe, resilient and sustainable |
Goal12 | Ensure sustainable consumption and production patterns |
Goal13 | Take urgent action to combat climate change and its impacts* |
Goal14 | Conserve and sustainably use the oceans, seas and marine resources for sustainable development |
Goal15 | Protect, restore and promote sustainable use of terrestrial ecosystems, sustainably manage forests, combat desertification, and halt and reverse land degradation and halt biodiversity loss |
Goal16 | Promote peaceful and inclusive societies for sustainable development, provide access to justice for all and build effective, accountable and inclusive institutions at all levels |
Goal 17 | Strengthen the means of implementation and revitalize the global partnership for sustainable development |
Fonti:
https://sustainabledevelopment.un.org/focussdgs.html
http://profumodimare.forumfree.it
Dobbiamo ancora crescere
Che differenza passa fra, che so, impegnarsi nell’ideare e produrre un pupazzetto da inserire in un ovetto di cioccolato e impegnarsi nel progettare un intervento socialmente utile?
Il primo è considerato un lavoro mentre il secondo no. Uno appartiene alla “produzione di beni” mentre l’altro è la dimostrazione di una forma di cura per l’altro. Di uno va lungamente spiegata l’utilità mentre l’altro è una cristallina evidenza di utilità. Il primo non è legato ad un’esigenza reale, il secondo certamente sì. Uno richiede “pensiero artificiale”, risorse e particolari energie per assumere un senso, l’altro è senza dubbio un atto di buon senso naturale. Continue Reading →
“Stupido è chi lo stupido fa” (Forrest Gump).
Secondo la mia personale e professionale visione dell’etica applicata alla comunicazione, anche produrre e dire cose stupide non è etico perché manca di rispetto a tutti, inclusi gli autori (la spiazzante logica dello stupido è ben descritta da Mario Cipolla in “Allegro ma non troppo” – Ed. Sellerio). E di cose stupide ahimè se ne vedono tante. Tutto sta nel riconoscerle, ma è difficile separarle dalle persone che gli hanno dato vita. Sono un tutt’uno indissolubile. Nel caso di una pubblicità, o di una qualunque altra forma di comunicazione stupida, questo tutt’uno diventa un’ameba che avvolge in sé -inspiegabilmente- anche tutti coloro che ne approvano la realizzazione e la diffusione. E quando questo accade, l’ameba ha purtroppo il potere di inglobare in sé anche coloro che ne assorbono lo squallore, cosicché la stupidità di origine invade la Marca e la sua reputazione. Eppure accade perché dipende dalle persone. La dimensione delle cose inspiegabili e stupide che popolano la comunicazione commerciale, è palese se la si osserva lateralmente. Continue Reading →
Condividi et Ìmpera
Molti mi chiedono esempi di approcci etici alla comunicazione. Positivo, rincuorante ed interessante che ci sia questa curiosità. Ecco allora un esempio – fra i tanti – che origina da un semplice pensiero laterale. Possiamo dire, semplificando molto, che il mestiere del pubblicitario porta gli addetti ai lavori ad usare la retorica e la “forza” della ripetizione, come strumenti di persuasione. Anche “la retorica classica (quella di Aristotele e dei sofisti) usava la strategia del ricorso alle emozioni per attirare l’attenzione dei destinatari e convincerli di una determinata tesi”(wikipedia). Tenetevi stretti.
La tesi da comunicare oggi è quella della CONDIVISIONE. Un cambio di paradigma che interviene suggerendo un nuovo e letteralmente rivoluzionario approccio al consumo per far fonte alla carenza di risorse e al mortificante senso di inadeguatezza prodotto dagli attuali modelli essi stessi inadeguati alla situazione.
In un periodo di evidente crisi generale (la cui origine è tutta da scoprire) è ovvio che cali la domanda. Ma se le capacità dei comunicatori sono davvero prestate alle necessità delle aziende, questa è l’occasione per dar fondo alle qualità analitiche del pensiero che produce innovazione nelle politiche industriali e in quelle del mondo della comunicazione. Continue Reading →
Fiori di Plastica
Cercare di spiegare quanto sia utile l’etica in comunicazione per costruire percorsi di crescita diffusa e contagiosa, richiede un buon carattere e una certa costanza per non farsi prendere dallo sconforto.
Ma quando un tema è utile e necessario (e urgente direi) ne vale la pena.
Sensibilizzare il comparto su questo tema rischia infatti di passare come un “rifiuto della pubblicità”, quando invece si tratta di una semplice critica costruttiva e un fermo invito a lavorare per salvaguardare la reputazione dell’intero settore e di conseguenza anche quello delle aziende committenti che, per inciso, sono quelle che pagano e che dovrebbero quindi pretenderlo.
Se la pubblicità ha senso di esistere è perché funziona. Nel bene e nel male. Continue Reading →
EXPO2015: arredare il pianeta
Eccoci a parlare di EXPO con la consapevolezza che fra pro e contro è come stare fra incudine e martello. Del resto, da questa rubrica che autodefinisco coraggiosa, non ci si può aspettare che una visione laterale e critica, che non significa negativa, ma critica. Cominciamo.
Sui social la reputazione di Expo è poco incoraggiante. E i social sono il mezzo/contenitore più declamati in questo periodo: o gli si dà credito sempre o mai. Qualunque commento rischia di apparire populista e demagogico. Ma restando sul tema dell’etica in comunicazione risulta evidente che un luogo costruito su un tema portante e importante come Continue Reading →